Il primo a chiamarsi Malaspina fu Alberto, discendente diretto di Oberto, capostipite della nobile ed illustre famiglia degli Obertenghi (945 d.C.). Sull’origine di questo nome si sprecano teorie e leggende. Una di queste, illustrata in un dipinto conservato in una sala del castello, ne fa risalire l’origine all’anno 540 d.C. quando il giovane nobile Accino Marzio vendicò la morte del padre sorprendendo il re dei Franchi Teodoboerto nel sonno e trafiggendolo alla gola con una spina. Il grido disperato del re “Ah ! mala spina !” dette origine al cognome e, in seguito, al motto di famiglia “Sum mala spina bonis, sum bona spina malis”.
Una volta entrati nella sala del trono, alzate gli occhi, le macchie che vedete sul soffitto raccontano la storia di Bianca Maria Aloisia, figlia del marchese, colpevole di aver amato perdutamente uno stalliere. Nel 1620, il padre la fece murare viva insieme al suo cane e ad un cinghiale, simbolo di ribellione. Da quel momento, nelle macchie impresse sul soffitto, si riconoscono il padre, la figlia e i due animali. E sono in molti coloro che sostengono di aver visto lo spirito della giovane aggirarsi per il castello o un cuore palpitare nel letto che fu di suo padre…
Per oltre un anno Dante Alighieri soggiornò in Lungiana alla corte dei Malaspina, stringendo salda amicizia soprattutto con Moroello e Franceschino. Fu ospitato anche al Castello di Fosdinovo per dirimere una antica faccenda in corso con i Vescovi di Luni. Ancora oggi è possibile visitare quella che fu la sua stanza riadattata da un’antica cappella, che da allora è chiamata in suo onore la Camera di Dante.